Indagini ambientali e Terre e rocce da scavo

Il territorio italiano è, purtroppo, spesso oggetto di fenomeni di inquinamento. L’inquinamento può essere dovuto a molteplici fattori, ad esempio: rottura di cisterne interrate, sversamento non intenzionale di liquidi sul terreno (ad esempio durante un incidente stradale), interramento non autorizzato di rifiuti, immissione nella rete idrica di scarichi industriali.

La legge che governa la materia ambientale è il Decreto Legislativo 152/2006. In questa legge vengono definite le procedure da seguire nel caso si verificasse, o scoprisse, un evento di inquinamento.

Per caratterizzare correttamente un sottosuolo potenzialmente inquinato è necessario effettuare:

  • Sondaggi a carotaggio a secco;
  • Scavi in trincea;
  • Prelievo di campioni di terreno da destinare ad analisi chimiche con metodi e campionatori specifici;
  • Installazione di piezometri per definire le caratteristiche idrogeologiche dell’area e consentire il prelievo di campioni di acqua;
  • Soil gas survey: prelievi di gas interstiziali, nella zona insatura del terreno, al fine di rilevare la presenza di sostanze organiche volatili.

Attraverso le indagini effettuate nell’area è possibile identificare la fonte e l’estensione dell’inquinante, e quindi intervenire per rimediare all’evento di inquinamento, attraverso la bonifica del sito contaminato.

Le indagini ambientali non si limitano esclusivamente ai siti inquinati, ma possono anche essere eseguite durante consueti monitoraggi accanto o all’interno di aree produttive, come lo possono essere zone e capannoni industriali, aree di servizio carburanti, lotti agricoli.

Le terre e rocce da scavo sono rappresentate da tutto quel materiale che viene asportato per la realizzazione di qualunque tipologia di opera ingegneristica (edifici, rete viaria o ferroviaria, opere in sotterraneo). Tale materiale non è esclusivamente un rifiuto, al contrario può trasformarsi in una importante risorsa!

Secondo il Decreto del Presidente della Repubblica 120/2017, le terre e rocce da scavo possono divenire un “sottoprodotto” qualora la loro composizione chimica rispetti i requisiti di qualità ambientale. Se i requisiti non dovessero essere soddisfatti, allora il terreno o la roccia escavata dovranno seguire una destinazione differente.

La verifica dei requisiti normativi viene effettuata tramite la raccolta di campioni di terreno attraverso sondaggi a carotaggio continuo oppure tramite scavi. I campioni di terreno vengono sottoposti ad analisi chimiche presso l’ARPA territoriale, o in laboratori equipollenti. Il terreno raggiunge i requisiti di qualità quando le concentrazioni dei suoi componenti sono comprese all’interno dei valori stabiliti dalla normativa 152/2006 per la Concentrazione Soglia di Contaminazione.

Un “sottoprodotto” può essere riutilizzato all’interno del sito di produzione, o in altro sito, per: rinterri, rilevati stradali o ferroviari, argini, dighe in terreno, miglioramento delle qualità ambientali di un sito.

Per maggiori informazioni cliccate sul link per leggere il nostro articolo sulla normativa vigente

Terre e rocce da scavo