Geofisica applicata
La geofisica applicata, come dice la parola stessa, rappresenta l’applicazione della geofisica (la quale costituisce un ramo della geologia che studia le proprietà fisiche del terreno) tramite specifiche prove in situ.
Una delle sue più importanti applicazioni è legata al mondo della ricerca petrolifera, nella quale attraverso tomografie sismiche è possibile ricercare giacimenti.
La geofisica applicata è sfruttata anche in contesti più comuni, e le sue principali funzioni sono:
- analizzare la sismicità di un’area
- individuare la presenza di tubazioni interrate
- indagini geo-archeologiche
- individuare sostanze inquinanti all’interno del terreno
- descrivere la stratigrafia del terreno
Le prove geofisiche si differenziano in due modalità esecutive: prove dirette e prove indirette. Le prove dirette vengono effettuate attraverso l’energizzazione del terreno, ad esempio tramite la percussione del suolo, o inducendo un dipolo elettrico nello stesso. Le prove indirette invece “ascoltano” il terreno, ossia catturano i “rumori di fondo” del sottosuolo per caratterizzarlo. Rispetto alle prove penetrometriche o ai sondaggi, le indagini geofisiche non sono invasive, ossia non necessitano di estrarre campioni di terreno, né indurre rottura nello stesso.
Il nostro studio si occupa di:
- HVSR
- MASW
- Sismica e rifrazione
- Sismica a riflessione
- Downhole
- Crosshole
- Tomografia elettrica
- Georadar
Le tecniche geofisiche permettono di ottenere dati sulla stratigrafia del terreno, ma non ci si può basare esclusivamente sui questi dati per tale scopo. Le tecniche geofisiche, come detto precedentemente, sono finalizzate all’analisi delle proprietà fisiche dei terreni, non alla loro composizione. È buona norma affiancare alle prove geofisiche una campagna di sondaggi e/o prove penetrometriche per poter calibrare le indagini geofisiche.